martedì 3 maggio 2011

Del bene comune



"Sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e siti di stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti? " Questo è il quesito cui tutti noi siamo chiamati a rispondere. La mia risposta chiaramente è SI ! sono contrario, in pratica il mio Si, è l'esatto contrario a quella che dovrebbe essere una esatta formulazione del quesito, ossia: vuoi che in Sardegna siano installate nuove centrali Nucleari e alcuni siti dove stoccare le scorie nucleari finora prodotte in Italia? La formattazione dei referendum tuttavia non mi stupisce, come sempre tende a confondere le idee; per farla breve si chiede esattamente l'esatto contrario di ciò a cui normalmente si risponderebbe con un si o con un no. Fatta questa premessa, stasera ho partecipato all'atto costitutivo del comitato SI.NO.NUCLE, ci ho messo la mia firma, perchè ribadisco d'essere fermamente convinto che il nucleare sia una fonte energetica antiquata e inefficiente. Non farò la recensione degli interventi, interessanti/molto interessanti o meno interessanti, in genere chi si espone a convegni di questo tenore, arriva documentato. Ma sia per mia timidezza o pudore, ho evitato di intervenire su un punto che ritengo fondamentale e cioè il vecchio ma doveroso discorso sul BENE COMUNE. Fatto salvo il divieto assoluto, della costruzione di nuove centrali nucleari, anche a livello europeo e poi mondiale, le scorie nazionali italiane esistenti dove le si mette? Se è vero che dopo studi scientifici fatti da ricercatori italiani, le vecchie miniere di ferro e piombo situate in Sardegna sarebbero su tutto il territorio nazionale le più sicure per "conservare" queste scorie, allora il BENE COMUNE, un ritorno al vogliamoci bene ci imporrebbe di ospitarle almeno per un motivo: Se a quanto ci è dato sapere, buona parte di queste scorie sono stoccate in luoghi italiani a rischio sismico o esondazione, per noi tutti sarebbe una catastrofe che coinvolgerebbe ogni cittadino, anche nell'acquisto di un mazzo di ravanelli che sarebbe comunque contaminato. In definitiva il comitato SI:NO NUCLE si presenta come da nome, con tutte le sue contraddizioni.

3 commenti:

  1. L'mmagine non poteva essere migliore; si sa dove vanno a finire alla fine i ravanelli, e così sembrerebbe che debbano finire anche le scorie.
    Però tu hai ragione sul fatto che di certe cose, referendum o non referendum, occorrerà parlarne.

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  2. Per commentare in modo esauriente questo bel link dell'amico LUCA ci vorrebbe troppo tempo, e in parte, l'argomento è già stato abbondantemente trattato in tutte le salse e in tutte le stanze. Per questo mi limiterò a dare dei brevi input che sono sicuro che coglierete, e spero apprezzerete apprezzerete. L'immagine del ravanello mi piace non poco, frutto della terra e del lavoro dell'umo. La terra, li dove ogni uomo torna alla fine del suo ciclo vitale.
    Un'immagine semplice ma al tempo stesso apocalittica, si, apocalittica perchè non occorre spingersi tanto con la fantasia per capire che, come dice il grade PIERO MARRAS, " torneremo alle capre e ai maiali.......e io aggiungo , a piantarci i ravanelli nel nostro orticello.
    Sempre più spesso sento di professionisti affermati in campo medico, giornalistico, imprenditoriale,ecc ecc, che abbandonano tutto e tutti per dedicarsi a una vita in "campagna", lontano dagli "agi" della società "civilizzata".
    Questo non mi sorprende affatto.
    Il fatto è caro Luca che tanti, anzi troppi non si possono permettere il solare.
    tanti, anzi troppi, non vogliono il nucleare per i motivi che hai molto bene elencato tu....e non solo.
    Tanti, anzi troppi, non vogliono l'energia eolica perchè deturpano l'ambiente.....ma nello stesso tempo e nello stesso mondo questi tanti , anzi troppi, vogliono vedere la tv, viaggiare la notte, le camicie stirate, le bibite fresche, viaggiare in internet ecc ecc .
    La morale della storia?
    ognuno la trovi da se.
    Un saluto a tutti


    PS:Mi scuso per la lunga assenza, dovuta a cause non dipendenti dalla mia volontà.

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  3. Max,
    bentornato; spero tu abbia risolto al meglio le difficoltà a cui alludi.
    Si tratta in fondo di definire cosa sia il progresso e decidere se l'attuale modello di sviluppo capital-consumist-democratico ne rappresenti il miglior interprete (o se lo rappresenti almeno in parte).
    Stemus mellus candu stemus peus o in fondo va bene anche così?

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