La 14° edizione de "Il sabato del Villaggio 2011", organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune di Quartucciu, si terrà 11 e 12 giugno nella tradizionale località a Sant'Isidoro .
Siamo già alla 14^ adizione? Come passa il tempo. Non so se chi nellle sua prima edizione abbia trovato il nome , lo abbia fatto consapevolmente o inconsapevolmente, ma sicuramente , a mio modo di vedere, il nome non poteva essere più aproppriato. Mi rivolgo soprattutto a chi, come me, ha studiato ed è rimasto affascinato dalla poesia del sommo Giacomo(ormai siamo diventati amici, lo posso chiamare solo per nome ;-) ) Infatti, il fascino e la bellezza della manifestazione sta tutta nella sua attesa, la manifestazione in se, sempre secondo il mio parere, è sufficientemente noioso e deludente. devo anche aggiungere, e concludo, che non sono ancora riuscito a vedere nella manifestazione in che modo ( perchè un'idea invece della misura me la sono fatta) possa promuovere il patrimonio culturale del nostro paese, visto che l'ultima volta che sono andato ho comprato unu sulitto made in Serdiana. Vorrei sapere da Giuseppe se sarebbe disposto a rinunciare per 10 anni al "sabato del villaggio" per mettere da parte 73000(leggasi settantatreemila) Euro per il piano particolareggiato del centro storico di Quartucciu.
zio Max io sarei volentieri disposto a rinunciare a dieci anni di "sabato del villaggio" e non solo per destinare il ricavato al centro storico di Quartucciu ma anche alla stessa borgata di Sant'Isidoro che senz'altro merita manifestazioni di maggior spessore,(considerando che i politici si ricordano della frazione solo quando c'e da racimolare qualche voto)... ma urge sopratutto di interventi a livello urbanistico e ambientale.Detto questo caro zio MAX considera che per raggiungere la già esigua somma di settantatremila euro occorrono 20 anni perché il comune non eroga più di 3650 euro per ogni manifestazione.Quindi in conclusione a me sarà già crollato il tetto sulla testa e la frazione di Sant'Isidoro non esisterà più! :-)) ..non ci resta che goderci la vera versione del sabato del villaggio.
"Il sabato del villaggio"
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dí di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dí della festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch'ebbe compagni nell'età piú bella. Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giú da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore; e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dí del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s'affretta, e s'adopra di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
Siamo già alla 14^ adizione?
RispondiEliminaCome passa il tempo.
Non so se chi nellle sua prima edizione abbia trovato il nome , lo abbia fatto consapevolmente o inconsapevolmente, ma sicuramente , a mio modo di vedere, il nome non poteva essere più aproppriato. Mi rivolgo soprattutto a chi, come me, ha studiato ed è rimasto affascinato dalla poesia del sommo Giacomo(ormai siamo diventati amici, lo posso chiamare solo per nome ;-) )
Infatti, il fascino e la bellezza della manifestazione sta tutta nella sua attesa, la manifestazione in se, sempre secondo il mio parere, è sufficientemente noioso e deludente.
devo anche aggiungere, e concludo, che non sono ancora riuscito a vedere nella manifestazione in che modo ( perchè un'idea invece della misura me la sono fatta) possa promuovere il patrimonio culturale del nostro paese, visto che l'ultima volta che sono andato ho comprato unu sulitto made in Serdiana.
Vorrei sapere da Giuseppe se sarebbe disposto a rinunciare per 10 anni al "sabato del villaggio" per mettere da parte 73000(leggasi settantatreemila) Euro per il piano particolareggiato del centro storico di Quartucciu.
zio Max io sarei volentieri disposto a rinunciare a dieci anni di "sabato del villaggio" e non solo per destinare il ricavato al centro storico di Quartucciu ma anche alla stessa borgata di Sant'Isidoro che senz'altro merita manifestazioni di maggior spessore,(considerando che i politici si ricordano della frazione solo quando c'e da racimolare qualche voto)... ma urge sopratutto di interventi a livello urbanistico e ambientale.Detto questo caro zio MAX considera che per raggiungere la già esigua somma di settantatremila euro occorrono 20 anni perché il comune non eroga più di 3650 euro per ogni manifestazione.Quindi in conclusione a me sarà già crollato il tetto sulla testa e la frazione di Sant'Isidoro non esisterà più! :-))
RispondiElimina..non ci resta che goderci la vera versione del sabato del villaggio.
"Il sabato del villaggio"
La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
G.Leopardi