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via Carlo Rosselli Quartucciu ,cancello serre d'Atri |
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foto G..DESSI |
Per molti
questo cancello abbandonato all’incuria da anni non ha nessun significato. I ventenni di oggi mentre passano nella via
Carlo Rosselli dovrebbero essere informati che quel cancello arrugginito ,è in realtà ciò che rimane della grossa ragnatela, con il suo grande e spaventoso ragno metallico, che inquietava ,ma allo stesso tempo incuriosiva e affascinava i bambini in passato. Il cancello col ragno era l’ingresso
principale delle serre più grandi e famose d’Europa. Inizialmente si
estendevano per circa venti ettari e furono acquistate dal signor Vincenzo
D’atri e dai figli Mario e Attilio nel
1934; la loro famiglia era indigena dell’isola di ponza nel Lazio,ma originaria
di Atri,vicino a Teramo in Abruzzo. L’azienda venne utilizzata, inizialmente,
per la produzione orticola,soprattutto quella del carciofo che veniva esportato
sia in campo nazionale che europeo. Il
signor Mario D’atri nel 1943 sposò la Quartuccese Bonaria
Zedda,e nel 1948 fece costruire un complesso serricolo all’avanguardia così da
occupare quasi sette ettari di coperto dell’estensione totale
dell’azienda,facendola diventare verso la metà degli anni cinquanta la più
grande d’Europa. In un primo momento fu leader dell’esportazione del pomodoro
sardo non solo nel ,territorio italiano , poi la voglia di migliorarsi lo
spinse a creare una produzione floreale,il successo fu immediato e portò
l’azienda Quartuccese per più di vent’anni ad imporsi nei migliori mercati
europei togliendo il primato a l’olanda,
fino ad allora leader nel settore. Dopo aver fatto breccia su opinione pubblica
e mass media fu meta continua di
operatori del settore floreale di tutta Europa e nel 1964 ebbe persino l’onore
di ricevere la visita dell’allora presidente della repubblica Antonio Segni. E
cosi il piccolo comune di Quartucciu grazie alle sue serre fu conosciuto oltre i confini
italiani. Purtroppo alla fine degli anni 70 anche le serre D’atri ,dovettero
chinarsi alla crisi del settore floreale, la produzione diminuì e, questo
purtroppo, porto alla chiusura totale a
metà degli anni 80. Oggi in una zona dell’area delle ex serre sta sorgendo un
museo ed un parco destinato al verde pubblico,sarebbe molto bello che il
sindaco e la giunta comunale prendessero in considerazione l’ipotesi di
utilizzare,una volta recuperato e tirato a lucido, il vecchio cancello col
ragno ,come ingresso principale del parco rimasto un po’ il simbolo delle
gloriose serre di Quartucciu .
Ricordo da bambino, quando passavo in macchina con i miei; all'andata pareva il giusto preambolo di un lungo viaggio, al ritorno il segno inequivocabile che eravamo a casa.
RispondiEliminaMi ha sempre urtato vederlo ridotto ad un rottame.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesta una foto aerea del 1968.
RispondiEliminaSi vedono benissimo le serre :)
http://s.tfn.it/4o
#SalviamoCancelloRagno